Filosofia medievale. Storie, opere e concetti. I saperi fondamentali che hanno plasmato la società occidentale by Pasquale Vitale

Filosofia medievale. Storie, opere e concetti. I saperi fondamentali che hanno plasmato la società occidentale by Pasquale Vitale

autore:Pasquale Vitale [Vitale, Pasquale]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2024-02-14T23:00:00+00:00


Pietro d’Abano e il cosiddetto averroismo padovano

Niccolò Miretto e Stefano Ferrarese, affreschi astrologici, XIV secolo, Palazzo della ragione, Padova.

Storytelling.

Pietro d’Abano si presenta

Sono nato a d’Abano, un’area di sorgenti d’acqua calda e solforosa, che comprende anche le terme di Battaglia, posta ai piedi dei Colli Euganei a pochi chilometri da Padova. Durante il XII e il XIII il mio luogo natio è stato oggetto di una forte espansione agricola. Appartengo alla famiglia degli Sclavione, di origine contadina, inurbata nella vicina Padova perché mio padre, che era notaio, ha ricoperto in questa città un incarico. Vivevamo in una viuzza che collega santa Lucia con la centrale Piazza dei frutti. In questo periodo iniziarono già a circolare sulla mia figura miti e leggende. Si racconta, infatti, che io avrei evocato il demonio per spostare un pozzo che si trovava sotto casa mia dove si adunavano donne chiassose che, sempre secondo i miei detrattori, avrei mal tollerato.

Ho studiato filosofia e medicina, oltre ad aver frequentato l’ambiente patavino, sono stato a Parigi e a Costantinopoli. A Padova ho condiviso con i colleghi la passione per Aristotele, anche se la mia attenzione era rivolta maggiormente alle opere in cui il filosofo di Stagira trattava le questioni naturali, mentre i miei più cari amici si dedicavano a quelle che svisceravano le tematiche relative all’etica, alla poetica e alla retorica. Dell’esperienza di Parigi, tengo invece a sottolineare le deprecabili condizioni in cui versavano gli studenti. Parlo dell’Università chiamata Sorbone, dopo che nel 1257 un omonimo teologo vi fondò un collegio di teologia. Accanto al collegio di teologia si sviluppò l’insegnamento delle arti e della filosofia, la sede in cui si tenevano le lezioni dedicate a queste discipline si trovava in via degli strami (cioè della paglia con cui erano rivestiti i pavimenti dell’Università). Nel periodo in cui ho abitato a Parigi erano vivi gli effetti della condanna dei 229 articoli emessa dal vescovo Tempier, il 7 marzo 1277, con il fine di contrastare le filosofie che, ispirandosi ad Averroè, entravano in contrasto con le verità di fede. Dovete sapere che in questo periodo Sigieri di Brabante fu interdetto dall’insegnamento, per questa ragione si allontanò da Parigi per rifugiarsi a Orvieto, dove sarà poi ucciso da un servo impazzito.

A Parigi non assunsi solo il ruolo di studente, ma anche quello di docente, per cui ho meritato l’attenzione – non tanto gradita a dire il vero – dei domenicani di san Giacomo, che denunciarono come eretiche alcune delle mie tesi. Affermavano, infatti, che avevo sostenuto l’origine materiale dell’intelletto possibile, ma grazie all’aiuto del papa sono riuscito a sfuggire alle conseguenze di queste accuse. Infatti, al tempo sul pensiero di Aristotele esistevano due scuole. C’era il filone di pensiero legato a Tommaso d’Aquino, che adattava il patrimonio religioso cristiano alla filosofia di Aristotele. In questo ambito c’era, però, anche chi assumeva una posizione oscillante come quella di Sigieri di Brabante, che rivendicava uno spazio autonomo allo studio della natura, condotto sulla scorta di Aristotele. C’era inoltre la posizione dei teologi come



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